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I misteri di Casa LaLaurie

L' old America è ricca di misteri. Molti di questi affondano le radici in storie maledette e fatti di sangue, sotto cui si nascondono spesso convinzioni razziste e atteggiamenti discriminanti. E' questo il caso di uno dei palazzi più famosi della Louisiana, terra di schiavi e di torture, ancora oggi considerato " infestato " in quanto scenario di avvenimenti raccapriccianti e oscuri. Sto parlando de La maison LaLaurie , che nel 1831 balzò agli onori della cronaca nera indignando la popolazione per dichiarati soprusi perpetrati sui propri servi da una delle famiglie più ricche e in vista del tempo. Non tutto ciò che si racconta è vero. Alcuni aspetti della triste vicenda furono esasperati , sulla scia dei nuovi orientamenti politici che di lì a poco avrebbero condotto l'America alla spaccatura della Guerra di Secessione. Sicuramente la posizione sociale privilegiata dei LaLaurie aveva permesso , e coperto, la loro condotta. Si trattava di una famiglia ricca e potente, che frequentava la crema della società e che in pubblico mostrava atteggiamenti progressisti e liberali nei confronti degli schiavi, al punto da affrancarne ben due in uno Stato in cui le Leggi segregazioniste non solo imperavano ma rispecchiavano una mentalità comune. Ciò che successe fu quindi riflesso degli orrori dell'epoca.. Quando esplose lo scandalo si accertò che molti dei conoscenti avevano dubbi, se non certezze, che i LaLaurie nascondessero orrendi segreti e che quella che mostravano in pubblico fosse solo una bella facciata. Tuttavia, se l' incendio che divampò nella magione non avesse messo in luce gli scempi effettuati sugli schiavi nessuna di queste persone avrebbe mai parlato, proprio in virtù di quell' ipocrita perbenismo di cui era permeata la società del tempo. Ne è riprova il fatto che nessuno aveva mai espresso indignazione rispetto alla professione di uno dei mariti della giovane Delphine, che era un commerciante di schiavi e che aveva continuato ad esercitare l' indegno mestiere anche quando questo fu dichiarato illegale nello Stato della Louisiana. L'indignazione, a quanto pare, fu sentimento pubblico solo davanti all'evidenza dei fatti, che non poterono più essere coperti o negati. Da quel momento la vicenda di casa LaLaurie si gonfiò a dismisura, complice la scrittrice Harriet Martineau. che, malgrado la sua proverbiale obiettività, in quel caso non si mantenne neutrale nella vicenda di Madame Delphine. In questo post cercheremo quindi di capire come andarono realmente le cose e perchè, ancora oggi, Maison LaLaurie è annoverata tra le case infestate più famose degli Stati Uniti d'America

Casa LaLaurie

Pochi sanno che, da parte di madre, Delphine LaLaurie discendesse da una delle famiglie più antiche e più oscure di New Orleans, i Duprè-Terrebonne, tristemente famosi per leggende di malefici legati agli Indiani MicMac. La nostra storia quindi non comincia con il famoso incendio del 1834 bensì molto prima e in Canada, precisamente nella Baia di San Lorenzo, dove questa tribù pacifica dimorava già molto prima che Cristoforo Colombo sconvolgesse l' America.

I MicMac furono i primi a subire la colonizzazione e la conversione degli Europei. Il primo a descriverli fu l'esploratore Francese Jacques Cartier, che putroppo avviò la corsa all'accaparramento delle terre e dei beni di quelle zone del Nord America da parte della Francia. Inizialmente i rapporti tra Nativi e colonizzatori sembravano buoni; più fonti riferiscono che il Capo tribù di allora, Membertou, avviò molti trattati commerciali con i visitatori, permettendogli l'accesso anche a territori privati inesplorati e mostrandogli la strada, ignota e lontanissima fino ad allora, verso il fiume Mississippi di cui i MicMac avevano sentito parlare dagli dei venuti dal cielo. Ciò spiegherà in seguito gli stretti rapporti tra Canada Francese e Louisiana.

Tribù MicMac secondo una iconografia classica

Insomma la tribù si mostrò estremamente cordiale, ma quando comprese che le intenzioni dei Francesi nascondevano degli inganni cominciò a diffidare di loro , tanto che quando una seconda spedizione arrivò nel loro territorio essi non si fecero trovare. E qui la faccenda si complica: nel 1605 i Francesi, ormai proprietari del Canada , costruiscono un avamposto a Port Royal . Si rende necessaria quindi una convivenza " amichevole " con gli Indiani e la loro conversione al Cattolicesimo. Membertou era ormai una figura leggendaria tra i MicMac. Si diceva che fosse salito da solo sulle montagne, qualche decennio prima, e avesse avuto rapporti diretti con gli spiriti che gli avevano concesso il dono dell' immortalità al fine di dirigere e preservare da lontano il suo popolo.

Nell' attesa del suo ritorno altri capi si erano avvicendati alla guida dei MicMac ma, stranamente, quando gli Europei si stanziarono lì definitivamente ,ecco che il famoso Membertou ricomparve con al seguito una moglie giovane e 5 figli, recando l 'invito degli spiriti non solo ad accogliere amichevolmente i colonizzatori ma addirittura a convertirsi alla loro religione. Cosa che puntualmente avvenne, e non proprio all' unanimità, nel 1610. Ancora una volta la storia e la leggenda si intrecciano. In definitiva ci furono molti dubbi sulla vera identità di Membertou da parte degli Indiani, che non riconoscevano l'uomo maturo partito anni fa dal villaggio e soprattutto non comprendevano come egli potesse aver appreso rudimenti dei Francese e, soprattutto, come mai avesse la barba, una caratteristica ignota alle tribù Native Americane. C'è quindi da credere che il nuovo Membertou non fosse neanche parente del primo, che nel 1535 aveva aperto le porte ai Francesi. Tuttavia le pressioni interne dei Gesuiti, le minacce blandite da inviti alla buona tavola durante le riunioni dell'Ordine di Buon Animo, la parlantina del redivivo e i suoi racconti sugli spiriti convinsero ( o costrinsero ) i MicMac ad abiurare alla propria religione e ad abbracciare quella nuova. Ad una condizione, però: che fosse diritto di ogni MicMac, una volta raggiunta l'età adulta, di poter scegliere liberamente se proseguire nel Cattolicesimo oppure ritornare alle tradizioni natìe. L'accordo fu concluso e ratificato da Padre Jesse Fleche e , per dare il buon esempio, Membertou cambiò il proprio nome in Henry, in onore del Re di Francia Enrico IV. Una dissacrazione agli occhi degli Indiani, per cui il nome scelto ha un valore assoluto e non può più essere cambiato! Ciò a riprova della teoria che nelle vene di Membertou non scorresse sangue Nativo.

Francobollo commermorativo di Membertou

Ancora più fosca fu la sua morte, avvenuta " provvidenzialmente " dopo solo un anno dalla stesura del contratto, nel 1611, per " dissenteria ", un termine allora molto generico che può celare anche un avvelenamento. Infatti, qualche mese dopo la sua morte, nacque una polemica da parte dei gesuiti che sostennero la nullità del contratto per " incomunicabilità " tra i detrattori, vista la scarsa conoscenza del Francese da parte dei nativi. Così i MicMac divennero schiavi nella propria terra, costretti a subire la colonizzazione e l'evangelizzazione forzata dei Francesi e ad abbandonare per sempre le proprie tradizioni.

Ma il fuoco covava sotto la cenere. Gli Indiani aspettavano ansiosamente l' occasione buona per potersi riscattare e riacquistare la libertà perduta; o, almeno, il diritto di poter tramandare le proprie tradizioni. Gli parve di scorgerla nella figura di Luis Lecomte Duprè. Ora, molte cose di quest'uomo sono poco chiare. Benchè egli abbia più volte affermato di essere stato Moschettiere al servizio del Re non sembra che si sia mai allontanato dal Canada, tanto è vero che alla giovane età di 18 anni egli risiedeva già in Nuova Francia dove era dedito al commercio delle pelli e di materiale agricolo. Era figlio di Charles Lecomte e Anne Defosse, due agricoltori Francesi che erano sbarcati in Canada a seguito della Fondazione della " Società della Madonna di Montreal per la conversione dei selvaggi di Nuova Francia ", ad opera di Jerome Le Royer de la Dauversiere e Jean Jacques Oliè de Verneuil già nel 1645. L' idea originale era quella di creare una comunità Cattolica , anche se lo stanziamento e la presa di possesso del territorio dell' isola di Montreal non avvenne proprio pacificamente. Facevano parte della spedizione anche uomini d' affari e mercenari che vedevano nell'occupazione delle terre un' occasione di arricchimento a spese dei selvaggi, Indiani MicMac e Irochesi, che vivevano tranquilli in quelle terre.

Targa  con l' elenco dei nomi dei primi coloni di Ville Marie

In base al censimento del 1681 il ventisettenne Luis Lecomte Duprè possedeva solo un moschetto , tre capi di bestiame e un terreno di 18 acri : una bella sommetta per quei tempi, ma che non faceva di lui un uomo ricco. Eppure , poco dopo,egli riuscì a pagare l' enorme somma di 500 sterline per l' acquisto della Contea di Terrebonne, divenendo il secondo Signore di quelle terre a dipendenza diretta dal Re di Francia.

E qui rientrano in gioco i MicMac.

La leggenda vuole che, quando Luis Duprè andò a commerciare con loro ,egli si mostrò così comprensivo con la tribù da apparire quasi come un Salvatore, capace un giorno di restituire ai MicMac la propria identità. I Nativi quindi lo resero edotto su pratiche magiche che gli avrebbero consentito di accumulare ricchezze e potenza , a patto che egli si adoperasse anche per il loro riscatto. In seguito a ciò, sempre secondo la leggenda, egli acquistò i possedimenti di Terrebonne , mostrandosi molto liberale con gli Indiani, e divenne poi persona di spicco a Ville Marie, dove si era trasferito nel 1683. Dopo soli due anni fu nominato direttore della fabbrica di Madonna Ville Marie e da lì in poi la sua espansione si allargò fino allo scoppio della cruenta guerra tra i coloni e gli Irochesi che costrinse moltissimi a lasciare il territorio Canadese per spingersi fino in Louisiana, dove erano presenti numerosi stanziamenti satelliti della Società dediti allo sfruttamento dell'agricoltura locale. Tra questi anche Luis LeComte Duprè che, dopo aver acquistato il territorio di Terrebonne, stanziò i suoi possedimenti a New Orleans e permise a molti dei suoi stessi servitori di colonizzarli. Chiaramente partirono anche alcuni suoi consanguinei che, per operare un distinguo con eventuali omonimi,aggiunsero al cognome originario la provenienza del Casato, cioè Terrebonne. La famiglia Duprè de Terrebonne divenne quindi una delle prime famiglie ricche a insediarsi in Louisiana.

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Nel frattempo Luis LeComte Duprè si manteneva fedele al patto stretto con i MicMac, al punto da trasgredire alle imposizioni stabilite illo tempore dai Gesuiti: permise agli Indiani di estendere il proprio ridotto territorio, di parlare la loro lingua originaria e di mantenere gran parte delle proprie tradizioni. Questa sua liberalità non era ben vista, chiaramente, dal Seminario del Quebec, una sorta di piccolo regno apostolico fondato nel 1663 da Monsignor Laval e che costituiva il potere effettivo dei Gesuiti in Canada. Non è chiaro come andarono precisamente le cose ma la caduta in disgrazia di Duprè coincise con una manovra finanziaria condotta in società con Paul Le Moyne De Marincourt. Dietro sembra ci fosse ancora una volta l'ombra dei gesuiti che premettero sul Re di Francia con una serie di menzogne e calunnie

riguardo l'atteggiamento " troppo permissivo " del suo vassallo riguardo le tradizioni pagane dei nativi. La manovra finanziaria di Luis Duprè, condotta col socio Paul Le Moyne De Marincourt, infatti non finì in passivo ma in attivo per più di 2000 sterline. Anche quando lo scandalo scoppiò lo stesso Le Moyne si offrì di sanare un eventuale debito...ma inaspettatamente egli morì in circostanze oscure. Duprè fu quindi portato in giudizio e, malgrado le prove esposte che avrebbero dovuto chiarire a suo favore la questione, fu condannato al pagamento di una enorme cifra e costretto a vendere gran parte dei suoi possedimenti in Canada al Seminario. L' intero territorio tornò quindi nelle mani dei Gesuiti che vessarono ancor più gli Indiani costringendoli a cedere anche gli ultimi possedimenti e a permettere il passaggio dei Francesi nelle loro terre per il commercio delle pellicce.

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Si dice allora che i MicMac , sentendosi traditi, abbiano scatenato contro Duprè e i suoi discendenti l'ira del Wendigo, una figura leggendaria sempre assetata di sangue,che poi li seguì anche in Louisiana, dove la famiglia Duprè de Terrebonne si insediò nei primi del 1700.. Se tutto ciò fosse vero la piccola Marie Delphine, futura

" strega " di New Orleans, era già toccata dal male e recava nel sangue i germi mai sopiti di un' antica maledizione....

( continua)

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